È opinione comune che “far
quadrare” i conti di uno Stato sia normalmente una pratica costosa per l’economia mentre nei periodi di crisi economica il
prezzo da pagare per avere il pareggio di bilancio sarebbe così alto da far
diventare un austerico criminale chi
ha anche solo l’ardire di proporre una simile misura.
La lezione della storia, ci viene
detto, è chiarissima e va imparata una volta per tutte. Quando nel 1937
Roosevelt tentò di pareggiare il bilancio, fece ripiombare gli Stati Uniti in
recessione proprio mentre il New Deal stava avendo un clamoroso successo.
Scrive Christina Romer:
«La
ripresa dalla Grande Depressione viene spesso descritta come lenta perchè
l’America non tornò alla piena occupazione se non dopo lo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale. Ma la verità è che la ripresa nei quattro anni dopo che
Franklin Roosevelt entrò in carica nel 1993 fur incredibilmente rapida. La
crescita del GDP reale fu in media del 9%. Il tasso di disoccupazione calò dal
25% al 14%. Se escludiamo la Seconda Guerra Mondiale (1), gli Stati Uniti non
hanno mai visto una così sostenuta e rapida crescita. Tuttavia, essa venne fermata
da una seconda grave recessione nel 1937-38, quando il tasso di disoccupazione
risalì al 19%. La causa fondamentale di questa seconda recessione fu uno
sfortunato e in larga parte dovuto a distrazione, cambio di politica fiscale e monetaria in senso
restrittivo»
Inoltre, continua la Romer:
«Nel
1936 la Federal Reserve iniziò a preoccuparsi di indivudare una “exit
strategy”. Dopo diversi anni di politica monetaria relativamente espansiva, le
banche americane avevano in portafoglio grandi quantità di riserve in eccesso
rispetto ai requisiti legali (2). [..] La
Fed allora raddoppiò i requisiti di riserva in una serie di provvedimenti.
Sfortunatamente saltò fuori che quelle banche, ancora nervoso dopo i panichi
finanziari dei primi anni ’30, volevano detenere riserve in eccesso come una
sorta di cuscinetto. Quando quell’eccesso fu tolto via con un colpo di penna,
corserò a rimpiazzarlo riducendo i prestiti. Secondo uno studio molto famoso
sulla Grande Depressione di Milton Friedman e Anna Schwartz, la risultata
contrazione monetaria fu la causa centrale della recessione del 1937-1938»
La lezione della storia che i nostri amici di sempre traggono è quindi che far quadrare il bilancio dello Stato mentre la Banca Centrale sta attuando una politica monetaria restrittiva sia un suicidio.
Partiamo dalla seconda
affermazione. La definizione di politica
monetaria restrittiva è alquanto variabile, tanto che ultimamente per alcuni la
definizione è diventata più o meno questa:
«La politica monetaria della banca centrale è restrittiva se gli aggregati monetari, al netto dell’inflazione, non crescono»
Diventa dura capire quando possa
essere espansiva!
Inizio
noiosa parentesi pseudo-accademica
Sì so benissimo che nel modello
IS-LM si utilizza proprio l’aggregato monetario in termini reali, però il fondamento
logico alla base del modello (e della teoria keynesiana) è proprio che i
salari ed i prezzi siano “vischiosi” (sticky)
nel breve periodo e che quindi si
possano ignorare gli effetti che un aumento della quantità di moneta ha sui
prezzi.
Fine
noiosa parentesi pseudo-accademica
In ogni caso affermare che la BCE stia portando
avanti una politica monetaria restrittiva quando ha
appena effettuato una enorme iniezione di liquidità nel sistema bancario
europeo, è .. come dire... originale.
Felici di sapere che per le
banche e tutto a posto e nessun consulente
portafogli esterni di MPS perderà il lavoro, concentriamoci invece sulla
politica fiscale.
Pareggiare il bilancio, ma come?
La storia del 1937, come quella
del 1932, ci racconta ciò che succede quando un governo cerca di far quadrare i
conti, aumentando le tasse. Ma deve
sempre andare in questa maniera?
Analizziamo questo grafico sull’andamento
di tasse e spese federali negli Stati Uniti durante la Grande Depressione:
La linea rossa, (AFRECPT/GDPA)
mostra l’andamento, in rapporto al PIL, delle entrate fiscali mentre la linea
blu (AFEXPND/GDPA) quello delle spese federali. Ora andiamo a controllare
alcuni “passaggi delicati” che spesso vengono citati come la “smoking gun” che pareggiare
il bilancio sia recessivo.
1932-33: Krugman sul NY Times: “Nessun moderno Presidente americano potrebbe
ripetere l’errore di politica fiscale di Hoover del 1932, quando il Governo
federale tentò di far quadrare il bilancio seppure in mezzo ad una severa
recessione”
In realtà il tentativ di “far
quadrare il bilancio” si riferisce ad un aumento di spesa federale accompagnato
da un aumento massiccio delle tasse
(in termini relativi la tassazione quasi raddoppiò in un anno).
1937: Questo è l’episodio citato da Christina Romer. Anche qui il
pareggio di bilancio venne raggiunto accompagnando un taglio della spesa (in
gran parte dovuto al taglio dei sussidi ai veterani della Prima Guerra
Mondiale) ad un aumento delle tasse
(quell’anno vennero per la prima volta vennero riscosse le tasse sulla social
security). Non è poi da dimenticare il già citato intervento della Federal
Reserve sui requisiti di riserva.
1946-47: Durante la guerra
mondiale gli Stati Uniti mantennero un livello di spesa in deficit molto elevato
per finanziare lo sforzo bellico nel Pacifico ed in Europa. Terminato il
conflitto, però, l’Amministrazione decise di “far quadrare i conti” tagliando in fretta ed in modo sostanziale
la spesa pubblica e contemporaneamente riducendo l’imposizione fiscale.
Gli economisti
keynesiani preannunciavano la catastrofe economica:
«Quando questa guerra giungerà alla fine, più di metà dei lavoratori
dipenderà direttamente o indirettamente da ordini militari. Avremo una decina di milioni di
uomini in servizio da ricollocare nel mercato del lavoro. Dovremo affrontare un
difficile periodo di riconversione durante il quale alcuni beni non saranno più
prodotti e ci potrebbero essere molti licenziamenti. Non è neanche detto che la
necessità tecnica di riconversione debba necessariamente generare un flusso di
investimenti sufficiente nel periodo che stiamo considerando. La conclusione
finale che possiamo trarre dall’esperienza della guerra precedente è
inevitabile – dovesse la guerra finire
improvvisamente nei prossimi sei mesi, dovessimo progettare di esaurire i
programmi di guerra con la massima fretta, smobilitare le forze armate,
eliminare il controllo sui prezzi, passare da deficit astronomici anche solo
agli elevati deficit degli anni ’30, allora questo verrebbe accompagnato dal
più grande periodo di disoccupazione e dislocazione industriale che l’economia
ha mai affrontato».
La smobilitazione di dieci milioni di
soldati americani, accompagnata da una drastica riduzione della spesa pubblica,
la rimozione del controllo dei prezzi ed
una rapida riconversione dell’apparato bellico a scopi civili portarono ad un
tasso di disoccupazione massimo, nel 1947, del.... 3,6%.
Conclusioni
L’espressione “far quadrare i conti”
può voler dire molte cose. Può significare che il governo decida di realizzare
il pareggio di bilancio aumentando le
tasse oppure può agire in senso opposto, tagliando innanzitutto la spesa ,
anche ridimensionando in modo significativo il peso dello Stato, ed
accompagnando queste misure con un alleggerimento fiscale.
In entrambi i casi i keynesiani
parleranno di politica fiscale restrittiva (alcuni semplicemente di “stretta
fiscale” facendo una confusione di termini) e cercheranno di convincere tutti
dell’ineluttabilità di una recessione in seguito al tentativo dei governi
europei di mettere a posto i loro conti.
Se questo nel 2012 sarà seguito da un
aggravamento della situazione macroeconomica, però, la responsabilità dei
governi non sarà data dal fatto di aver ricercato un pareggio di bilancio (dato
aggregato) ma di aver tentato di raggiungerlo aumentando le tasse ed evitando
di tagliare le spese in maniera significativa e strutturale.
Questa è la vera lezione del ’32 e del
‘37
(1) La favoletta della Seconda
Guerra Mondiale come periodo più prospero della storia americana è così assurda
che solo chi ritiene che la realtà stia nei numeri delle statistiche
governative può crederci. Prosperità significa quindi mandare più di dieci
milioni di uomini in età lavorativa a combattere e morire nelle isole del
Pacifico e in Europa? Destinare il sistema industriale alla produzione di navi,
aerei e carri armati? Far lavorare in patria gli anziani e sottoporre il paese
ad uno stretto regime di controllo dei prezzi e di razionamento? Questa è la “prosperità”
che vissero gli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.
(2) Vi ricorda qualcosa? Cosa
farà Elicottero Ben quando la situazione economica migliorerà e le banche
americane decideranno che le loro “riserve in eccesso” non saranno più
necessarie?
0 commenti:
Posta un commento